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Ponti di Venezia: alla scoperta dei capolavori sospesi sull’acqua

Venezia è una città unica al mondo, un dedalo di canali, calli e ponti che la rendono un’opera d’arte a cielo aperto.
Con oltre 400 ponti, la Serenissima si racconta attraverso le sue arcate, collegando le sue isole e offrendo scorci spettacolari sul Canal Grande e sui sestieri più autentici.
Dal leggendario Ponte di Rialto al suggestivo Ponte dei Sospiri, senza dimenticare le strutture più moderne come il Ponte della Costituzione, ogni ponte di Venezia custodisce una storia affascinante, tra arte, ingegneria e antiche tradizioni.
Scopriamo insieme i più iconici e quelli meno conosciuti, ma altrettanto affascinanti.


Il Ponte di Rialto: simbolo della Venezia mercantile
Situato nel cuore della città, il Ponte ha storicamente rappresentato un punto nevralgico per la Serenissima. Fin dal Medioevo, l’area di Rialto è stata il centro economico di Venezia: banchi di cambio e attività commerciali di ogni tipo si sono svolte in questa area.
Collega il Sestiere di San Marco con quello di San Polo e oggi continua a essere il simbolo della Venezia mercantile, attirando turisti da tutto il mondo che vengono a curiosare al Mercato, a scoprire la sua storia e a godere della vista spettacolare sul Canal Grande.
Sulla sponda nord del Ponte di Rialto si vede un altorilievo di San Marco e la targa commemorativa della fondazione del Ponte sotto il dogado di Pasquale Cicogna nel 1591 ad opera dell’architetto Antonio Da Ponte che rispetto ai progetti degli architetti Jacopo Sansovino e Andrea Palladio aveva proposto una sola arcata sul Canal Grande.
“Pascale Ciconia Venetiarum Duce – anno Cristi MDXCI Vrbis conditae MCLXX – curantibus Aloysio Georgio Proc.- M. Barbaro Eq. et Proc.- Jacobo Foscareno Eq. et Proc.”

Il nome "Ponte dei Sospiri" deriva dai sospiri dei prigionieri che, attraversandolo, rivolgevano un ultimo sguardo alla laguna e all'isola di San Giorgio, sospirando per la libertà perduta.
Il Ponte dei Sospiri: tra mistero e romanticismo
Il Ponte dei Sospiri, costruito tra il 1600 e il 1603 dall’architetto Antonio Contin, collega il Palazzo Ducale alle Prigioni Nuove, attraverso il Rio di Palazzo.
Realizzato in pietra d’Istria, una roccia resistente all’erosione salina, il ponte serviva come passaggio per i prigionieri che, condotti dagli uffici degli Inquisitori di Stato, vedevano per l’ultima volta la luce del giorno prima di essere rinchiusi nelle loro celle.
Il nome “Ponte dei Sospiri” deriva dai sospiri dei prigionieri che, attraversandolo, rivolgevano un ultimo sguardo alla laguna e all’isola di San Giorgio, sospirando per la libertà perduta.
Si dice che sia stato il poeta inglese Lord Byron a dare questo nome al ponte nel XIX secolo, affascinato dalla bellezza e dall’impatto emotivo del luogo.
Con il tempo, l’aura malinconica del ponte si è trasformata in un simbolo di romanticismo, diventando un punto di riferimento per gli innamorati che lo possono ammirare dall’acqua mentre percorrono il canale in gondola.


Il Ponte dell’Accademia: il fascino della vista sul Canal Grande
Per trecento anni il Ponte di Rialto è stato l’unico ponte a permettere di attraversare il Canal Grande.
Sotto il dominio austriaco (1848 – 1866) si sentì l’esigenza di avere altri due punti di connessione che unissero i lati “de ultra” (da Punta della Dogana al Monastero di Santa Chiara) e “de citra” (dalla Ferrovia a Piazza San Marco). L’ingegnere inglese Alfred Neville realizzò sia il primo progetto del Ponte della Carità, (oggi Accademia)), che il ponte degli Scalzi davanti alla Ferrovia, dando nuovo impulso alla viabilità veneziana.
In attesa di realizzare il ponte in pietra secondo il progetto del 1926 dell’architetto Ettore Fagiuoli, venne realizzato – in soli 37 giorni – un ponte che era da considerarsi ‘provvisorio’. Correva l’anno 1933 e il nome dell’ingegnere è noto anche (e non solo!) per il Ponte degli Scalzi: Eugenio Miozzi.
All’epoca dell’inaugurazione era il più grande ponte ad arco in legno in tutta Europa.
Restaurato nel 2018 oggi il Ponte dell’Accademia si erge nella sua originalità con slancio e leggerezza dei materiali, legno e acciaio, collegando San Vidal alla ex chiesa di Santa Maria della Carità, oggi sede delle Gallerie dell’Accademia.


Il Ponte degli Scalzi: la porta di ingresso a Venezia
Uno dei quattro ponti che permettono di attraversare il Canal Grande, questo ponte prende il nome della Chiesa di Santa Maria di Nazareth sotto l’ordine dei Padri Carmelitani Scalzi.
Sorge davanti alla stazione ferroviaria approssimativamente nell’area in cui sorgeva un ponte in ferro, realizzato sempre dall’architetto Alfred Neville sotto la dominazione asburgica. Venne sostituito nel 1934 dal ponte che vediamo oggi, a singola arcata in pietra d’Istria secondo il progetto del già citato ingegnere Eugenio Miozzi.
Collega il sestiere di Cannaregio con quello di Santa Croce, facilitando il passaggio tra due delle zone più frequentate di Venezia.
Il Ponte degli Scalzi è non solo un’importante infrastruttura per la mobilità urbana, ma anche un simbolo architettonico che rappresenta l’evoluzione storica e culturale della città. La sua struttura elegante e la sua posizione strategica lo rendono uno dei punti di riferimento più riconoscibili per i visitatori che arrivano in treno, offrendo la prima vista sorprendente sul Canal Grande e quindi il primo impatto con la bellezza unica di Venezia.

Il Ponte della Costituzione: 74 centine in acciaio che formano una dorsale che assomiglia a una lisca di pesce. Lungo 94 metri, ha una campata di 81 metri.
Il più recente ponte pedonale di Venezia è il Ponte della Costituzione dell’architetto Santiago Calatrava. Collega Piazzale Roma, hub automobilistico, con la stazione ferroviaria Santa Lucia.
La sua dorsale richiama una lisca di pesce ed è realizzata con 74 centine in acciaio.
Inaugurato nel 2008 ha una lunghezza totale di 94 metri e una campata di più di 80 metri.
Oggi rappresenta un importantissimo snodo nella mobilità pedonale veneziana e ha l’unicità di essere il quarto punto sul Canal Grande.

Ogni ponte regala una vista sulla vita nei canali. Dal Ponte della Malvasia si intravede un altro ponte sul canale con barche di servizio e gondole.
I ponti nascosti di Venezia: storie e tradizioni locali
Se il Ponte di Rialto e il Ponte dei Sospiri sono tra i più celebri, esistono decine di ponti nascosti, ricchi di fascino e storie antiche.
Il Ponte della Donna Onesta: Secondo la leggenda, una giovane veneziana di straordinaria bellezza viveva nei pressi del ponte, nel sestiere di Santa Croce. Innamorata di un mercante, respingeva con fermezza le avances di un nobile potente. Questi, furioso per il rifiuto, la fece rapire, ma la donna preferì gettarsi nel canale piuttosto che tradire il suo amato. Il ponte, in sua memoria, fu chiamato “della Donna Onesta”, simbolo di virtù e dedizione.
Il Ponte dei Pugni: Situato nel sestiere di Dorsoduro, il Ponte dei Pugni è testimone di un’antica tradizione veneziana: le battaglie tra fazioni rivali. Nel XVII secolo, i Castellani e i Nicolotti – due gruppi storici della città – si sfidavano in combattimenti a mani nude sul ponte, cercando di far cadere gli avversari nel canale sottostante. Oggi, sul ponte si possono ancora vedere le impronte in pietra che segnavano le posizioni dei lottatori prima dell’inizio del duello.
Il Ponte Chiodo: A Cannaregio si trova un ponte davvero unico: il Ponte Chiodo. Un tempo, molti ponti veneziani erano privi di parapetti, ma nel corso dei secoli sono stati aggiunti per motivi di sicurezza. Questo è l’ultimo rimasto nella sua forma originaria, conservando tutto il fascino e il mistero delle origini.

