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Museo Fortuny e mostre a Venezia nel 2024

Il 2024 si prospetta come un anno ricco di eventi artistici ed espositivi a Venezia, con il Museo Fortuny che si conferma come una delle principali destinazioni per gli appassionati d’arte.
Il museo, situato nell’omonimo palazzo gotico, ospita la collezione di Mariano Fortuny, geniale artista spagnolo che visse a Venezia tra il 1899 e il 1949, e che si dedicò alla pittura, alla fotografia, alla scenografia, alla scenotecnica, alla creazione di tessili e di abiti.

Nel museo si possono ammirare spazi e architetture, arazzi, opere d’arte, che esprimono la sua variegata creatività e il suo spirito innovatore
Il museo conserva ambienti e strutture sceniche, tappezzerie, collezioni, che testimoniano la sua poliedrica attività e la sua visione innovativa.
Sede di mostre temporanee che esplorano i temi della comunicazione visiva contemporanea, tiene vivo il dialogo tra le opere di Fortuny e il contesto veneziano.

Mariano Fortuny si dedicò alla pittura, alla fotografia, alla scenografia, alla scenotecnica, alla creazione di tessili e di abiti.
Il museo Fortuny: uno sguardo alla storia
Il Museo Fortuny ha sede nel palazzo di campo San Beneto, un edificio di origine medievale che fu ristrutturato nel XVII secolo dal nobile veneziano Benedetto Pesaro, il quale lo arricchì di decorazioni e di opere d’arte.
Il palazzo passò poi alla famiglia Fortuny, che lo acquistò nel 1899 per farne la residenza e lo studio di Mariano Fortuny y Madrazo, artista spagnolo di fama internazionale, figlio del pittore Mariano Fortuny y Marsal.
Il palazzo divenne un laboratorio creativo, dove sperimentare le sue invenzioni in vari campi dell’arte e della tecnica.
Stabilitosi diciottenne a Venezia, Mariano Fortuny frequenta circoli accademici e cenacoli artistici internazionali: tra i suoi amici Gabriele D’Annunzio, Ugo Ojetti, Eleonora Duse, Hugo von Hofmannsthal, la marchesa Casati, Giovanni Boldini, il principe Fritz Hohenlohe-Waldenburg.
Il palazzo divenne quindi un luogo di incontro e di scambio culturale, frequentato da artisti, intellettuali, nobili e mecenati che ammiravano il suo genio e la sua poliedrica personalità.


Qui dipinse anche i suoi quadri, ispirati alla luce e ai colori di Venezia, e qui raccolse la sua vasta collezione di oggetti d’arte e di artigianato, provenienti da diverse culture e epoche.


Qui realizzò le sue famose lampade, le sue stampe su seta, i suoi abiti plissettati, le sue scenografie e le sue macchine sceniche.


Il plissè di Fortuny è una tecnica di piegatura del tessuto che crea un effetto ondulato.
Fortuny brevettò questa tecnica nel 1909 e la usò per realizzare il suo abito più famoso: il Delfos.


L’abito Delphos è un’icona intramontabile della moda.
Ispirato al chitone ionico dell’Auriga, (una scultura greca rinvenuta a Delfi nel 1896), il Delphos ha una forma essenziale che avvolge delicatamente il corpo.
È composto da quattro o cinque teli in satin o taffettà di seta, lavorati con una finissima plissettatura, ottenendo fino a quattrocentocinquanta pieghe per ogni telo.
La sua semplicità e l’uso di materiali pregiati lo rendono un capolavoro di artigianalità, ancora amato da molte donne in tutto il mondo.

Installazione di Angiola Churchill, "Cosmic Quilt", Sala Stagion, Caffè Florian, 2019
Dopo la morte di Fortuny nel 1949, il palazzo e il suo contenuto furono ereditati dalla sua vedova, Henriette Negrin, che li donò al Comune di Venezia nel 1956, a condizione che il palazzo fosse trasformato in un museo dedicato alla memoria del marito.
Il museo fu inaugurato nel 1975 e da allora è uno dei riferimenti a Venezia per le arti visive oltre che un esempio magistrale di gotico veneziano.
Tra gli artisti che vi hanno esposto anche Angiola Churchill, nata a New York ma veneziana d’adozione, con un’opera ispirata e dedicata a Venezia: “Oltre il Giardino”, curata da Annamaria Orsini e con la partecipazione del Caffè Florian.
Sempre a cura di Annamaria Orsini, ma nella Sala Stagioni del Caffè Florian Angiola Churchill ha esposto “Cosmic Quilt”, installazione in cui la sua poesia diventa arte visiva attraverso un universo di carta.



Palazzo Fortuny, che fu Pesaro Orfei, al civico 3958 del sestiere di San Marco.

La fabbrica di tessuti Fortuny sull'isola della Giudecca, preserva tutti i segreti della produzione come da volontà dell'artista
Mostre in programma per il 2024 a Venezia
Venezia è una città ricca di cultura e arte, che offre ogni anno numerosi appuntamenti imperdibili per gli amanti dell’arte.
Tra le mostre in programma per il 2024, spicca la 60. Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale, curata da Adriano Pedrosa e intitolata “Stranieri Ovunque – Foreigners Everywhere”.
La mostra si terrà dal 20 aprile al 24 novembre 2024, ai Giardini e all’Arsenale, e coinvolgerà oltre trecento artisti e novanta partecipazioni internazionali, per raccontare attraverso molteplici prospettive il concetto di estranietà in un mondo globalizzato.
Altre mostre da non perdere sono quelle di Palazzo Grassi, Punta della Dogana, Fondazione Prada, Gallerie dell’Accademia, Palazzo Ducale e Ocean Space, che ospiteranno opere di artisti di fama mondiale e di giovani talenti emergenti.
“David Chim Seymour. Il Mondo e Venezia 1936-56”: la mostra, che si tiene al Museo di Palazzo Grimani fino al 17 marzo 2024, è dedicata al grande fotografo americano di origine polacca, che fu uno dei fondatori dell’agenzia Magnum Photos e che documentò con il suo obiettivo alcuni dei più importanti eventi storici e sociali del XX secolo. La mostra presenta circa 200 pezzi esposti tra fotografie, documenti, lettere e riviste d’epoca, che testimoniano il lavoro di Seymour in vari paesi e contesti, dallo scoppio della guerra civile spagnola alla liberazione dei campi di concentramento, dalla nascita dello stato di Israele alla ricostruzione dell’Europa, dalla vita quotidiana dei bambini alla celebrazione delle star del cinema. Tra le immagini esposte, spiccano quelle dedicate a Venezia, che Seymour visitò più volte tra il 1948 e il 1956, e che ritrasse con sensibilità e fascino, cogliendone gli aspetti più noti e quelli più nascosti, i personaggi più famosi e quelli più umili, le atmosfere più solenni e quelle più vivaci.
“Appunti fotografici. La Venezia di Luigi Ferrigno”: la mostra, che si tiene alla Fondazione Querini Stampalia fino al 1 aprile 2024, presenta per la prima volta al pubblico un insieme organico dell’attività di questo fotografo veneziano, che ha osservato e documentato Venezia, superando gli stereotipi da cartolina e restituendone l’unicità e le molteplici contraddizioni. La mostra raccoglie circa 150 immagini, scattate tra il 1960 e il 2010, che ritraggono la città e i suoi abitanti, le sue architetture e i suoi paesaggi, le sue tradizioni e le sue trasformazioni, le sue luci e le sue ombre, le sue bellezze e le sue ferite. Le fotografie di Ferrigno sono accompagnate da testi di autori veneziani, che ne commentano e ne arricchiscono il significato, creando un dialogo tra immagini e parole, tra arte e letteratura, tra passato e presente.
“Il ritratto veneziano dell’Ottocento”: la mostra, che si tiene a Ca’ Pesaro fino al 1 aprile 2024, offre ai visitatori l’occasione di vedere i volti di numerosi protagonisti della società, dell’arte, della cultura, della vita di un territorio allargato che dal capoluogo veneto si estende fino al Friuli Venezia Giulia.


Mostra principale: “Ripensare il Paesaggio vs Ripensare l’Identità”
“Ripensare il Paesaggio vs Ripensare l’Identità”: la mostra principale del museo Fortuny si svolge dal 20 aprile al 24 novembre 2024, in concomitanza con la Biennale d’Arte.
La mostra propone una riflessione sul rapporto tra paesaggio e identità, tra natura e cultura, tra reale e virtuale, attraverso le opere di artisti contemporanei che si confrontano con le visioni di Fortuny e di altri maestri del passato.
Due le sezioni: la prima, “Ripensare il Paesaggio”, esplora le diverse rappresentazioni e interpretazioni del paesaggio, inteso come spazio fisico, ma anche come costruzione mentale, simbolica, emotiva.
La seconda, “Ripensare l’Identità”, indaga le diverse espressioni e definizioni dell’identità, intesa come appartenenza, ma anche come differenza, trasformazione, ibridazione.
La mostra coinvolge sia gli spazi interni che esterni del museo, creando un dialogo tra le opere esposte e il contesto urbano e naturale di Venezia.
Prorogata fino al 25 marzo la mostra Joan Fontcuberta. Cultura di polvere: immagini create a partire da alcune lastre fotografiche deteriorate, appartenenti al Fondo Chigi dell’ICCD, l’Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione. L’artista catalano recupera lastre fotografiche deteriorate per usarle come “materiale amnesico” da cui partire per creare nuovi paesaggi e nuove opere. L’ispirazione viene da un’opera del 1920 di Man Ray (e Marcel Duchamp) “Élevage de poussière”.

Prorogata al 25 marzo la mostra Joan Fontcuberta. Cultura di polvere
Eventi correlati e opportunità per gli appassionati d’arte
Per gli appassionati di Arte, Venezia offre molte opportunità di ammirare opere di grande valore e interesse.
Willem de Kooning e l’Italia: una retrospettiva dedicata al grande pittore americano Willem de Kooning, esponente dell’espressionismo astratto, che rivela le sue influenze e i suoi legami con l’arte italiana, dal Rinascimento al Novecento. La mostra si tiene dal 17 aprile al 24 novembre 2024 presso le Gallerie dell’Accademia di Venezia.
Pierre Huyghe. Liminal: una mostra inedita dell’artista francese Pierre Huyghe, che trasforma Punta della Dogana in un luogo di sperimentazione e di dialogo tra arte, scienza e natura, creando un ambiente immersivo e dinamico, in cui le opere interagiscono con il contesto e il pubblico. La mostra si tiene dal 17 marzo al 24 novembre 2024 presso Punta della Dogana.
Marcel Duchamp e il richiamo della copia: una mostra che indaga il rapporto tra l’arte di Marcel Duchamp e il concetto di copia, riproduzione e appropriazione, attraverso una serie di opere che mettono in discussione la nozione di originalità e autorialità. La mostra si tiene fino al 24 novembre 2024 presso la Collezione Peggy Guggenheim.