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Venezia è donna: 8 marzo al Caffè Florian

Venezia è donna: il legame tra la città e il Caffè Florian
Venezia, città femminile per eccellenza, è cullata dall’acqua e forgiata dalla capacità di adattarsi al tempo e alle sfide.
Fondata su una storia di coraggio e determinazione, rappresenta il simbolo perfetto per celebrare la Giornata Internazionale della Donna.
In questa giornata, celebriamo i diritti duramente conquistati dalle donne, diritti che, in molte parti del mondo, sono ancora lontani dall’essere acquisiti.
È una salita costante in un viaggio faticoso che non permette soste
Venezia è una città che non si tocca,
una città di sogno che si dissolve nelle acque.
Ma il suo spirito rimane nei Caffè, nei palazzi e nelle piazze.
(Italo Calvino “Le città invisibili”)
Un luogo di emancipazione e ispirazione
Al Florian si discuteva di arte, politica, letteratura, mentre le donne conquistavano spazio in un mondo che si risvegliava dalle superstizioni nella grande stagione dei Lumi.
Celebrare l’8 marzo significa anche riconoscere il valore di quegli spazi pubblici che hanno favorito l’incontro e la condivisione, permettendo alle donne di affermare la propria voce.


Le donne al Florian: tra cultura e rivoluzione
Il Caffè Florian, nel cuore di Venezia, è stato per secoli un luogo di incontro per intellettuali, scrittrici, artiste e viaggiatrici. Fin dalla sua apertura nel 1720, ha dato spazio alle donne, in un’epoca in cui erano spesso relegate ai margini della società. Le idee illuministe trovavano culla nei Caffè frequentati da persone di ogni ceto sociale, dove non esistevano barriere di classe o di genere.
Fino al fatidico 1776!
Conoscendo appieno questo medesimo Consiglio quanto essenziale sia il proseguire nel mettere il dovuto freno alle femmine nostre anche dopo che terminati saranno li tempi carnevaleschi, si statuisce che nelle Botteghe tutte di Caffè non possano femmine di qualsiasi condizione ed in qualunque abito né di giorno, né di notte entrarvi (…)
(Il Consiglio dei Dieci, 28 gennaio 1776)


Le donne furono il bersaglio più facile da colpire difronte all’incapacità delle autorità di controllare l’ordine pubblico .
L’editto fu applicato a tutte le botteghe da caffè, con l’unica deroga concessa al Florian.
Il Caffè divenne quindi luogo di democratica condivisione di un rito che elude le distinzioni di classe e di genere: bere un caffè!
Nel corso dei decenni, il Florian si è evoluto mantenendo intatto quel carattere di spazio aperto al dialogo, in cui le voci femminili hanno giocato un ruolo fondamentale.
Qui le donne hanno potuto confrontarsi, ispirarsi e dare vita a progetti che hanno influenzato la scena artistica e culturale non solo di Venezia, ma dell’intera Europa.
Caterina Dolfin ben rappresenta una vita di donna che si emancipa nella società veneziana del settecento, per il suo ruolo nella cultura del tempo ma anche per il divorzio, nel 1756, dal marito. Luisa Bergalli, Elisabetta Caminer, Eleonora Duse, la Contessa Luisa Casati, Annina Morosini…considerata l’ultima dogaressa. Quest’ultima aveva fatto del parterre del Florian il proprio salotto in cui ricevere amici, intellettuali, spasimanti e artisti.
Tante le personalità che hanno lasciato un segno anche se molte di loro sono state dimenticate dalla Storia.

Celebrare l'8 marzo significa anche riconoscere il valore del Caffè Florian come incubatore di idee e rivoluzioni culturali.
L’eredità del Florian: un ponte tra tradizione e innovazione
Il Caffè Florian non è solo un locale pubblico, ma un luogo storico che ha ospitato e testimoniato il cambiamento. Da più di tre secoli, continua a essere un punto di riferimento per chi cerca ispirazione e libertà. Nelle sue Sale decorate e davanti alle sue tazze fumanti di caffè, si sono scritte pagine di storia femminile, tra audacia e remissività, innovazione e pazienza, ribellione e resilienza.
Oggi, il Florian mantiene intatta questa vocazione: simbolo di inclusione e creatività, è il luogo dove il passato ispira il presente.